Santuario Madonna della Costa                                                   Cappellina dell'Apparizione


 

CAMMINIAMO INSIEME

Giornale delle parrocchie di Caviaga e Cavenago d'Adda

Parroco: don Roberto Arcari - cell. 335 6878197
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 


† Calendario Liturgico

dal 15 al 22 aprile 2018 

 

Domenica 15 aprile
III di Pasqua
Giornata nazionale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Ore 7:30          CAVENAGO: S. Messa

Int:                  Doldi Paolo, Alfredo, Famiglie Veltro e Meoli

Ore 9:15         a Cavenago: incontro di preghiera con i ragazzi della catechesi e suddivisione in gruppi.
 
                      I ragazzi sono invitati a portare in chiesa la cassettina, con i propri risparmi, che era
                        stata distribuita all’inizio della Quaresima.

Ore 10:30        CAVENAGO: S. Messa pro-populo.

Ore 17:30        al Santuario della Madonna della Costa: Celebrazione dei secondi Vespri

 Ore 18:00         Santa Messa Vespertina.

Int:                    Soffientini Pietro, Settimia e Mario; Corrù Paolo (anniv.);

Ore 19:15       al Santuario della Madonna della Costa: i sacerdoti del Vicariato di San Martino in
                       
Strada si riuniscono in preghiera per la celebrazione dei secondi Vespri

 

Lunedì 16 aprile

Ore 16.00       CAVENAGO: S. Messa

Int:                    Senzalari Virginia; Zanaboni Rosa e Famiglia

 

Martedì 17 aprile

Ore 16.30         CAVIAGA: Adorazione Eucaristica pro Vocazioni

Ore 17.00         CAVIAGA: S. Messa

Int:                    Polo Giancarlo

Mercoledì 18 aprile

Ore 14.00-17.00    Apertura Santuario di S. Giuseppe alla Persia

Ore 16.00           al Santuario di S. Giuseppe alla Persia: alcuni fedeli si ritrovano per un momento di preghiera

Ore 16.00          CAVENAGO: S. Messa

Int:                    Buscarini Rosa; Clerici Lina e Grossi Maria.

 

Giovedì 19 aprile

Ore 8.30-9.30  CAVENAGO: preghiera delle Lodi mattutine e Adorazione Eucaristica pro Vocazioni

Ore 20:30         CAVENAGO: S. Messa

Int:                    Gauli Giuseppe (f.c. dalla classe 1950); Ad onore di Maria Santissima
                         
segue Adorazione Eucaristica sino alle 21.30 e Benedizione.

Venerdì 20 aprile

Ore 16.00       CAVENAGO: S. Messa

Int:                    Def. Fam. Sormani

Ore 21.00        a LODI,  nella cappella del Seminario Vescovile: Veglia di Preghiera per le vocazioni.

                        Partenza alle 20.30 dal piazzale della chiesa di Cavenago

 

Sabato 21 aprile

Ore 9:00          S. Messa al Santuario

Int:                  Vistarini Giuseppe e Defunti Famiglia; Bonazzi Piera e Corrù Luigi; Giazzi Maria (1° anniv.) e Ardemagni Piero

Ore 17.00      CAVIAGA: S. Messa prefestiva

Int:                    Pastori Angelo, Giovanni, Piera, Luigi e Pierantonio; Gazzola Giacomo, Giuseppina,  
                         Alberto e Luisa; Barbati Silvio, Agostino e Stella; Daghetti Sergio. 

Ore 18:30       CAVENAGO: incontro per i ministranti della parrocchia. A seguire cena in oratorio.

Ore 20.30       CAVENAGO: S. Messa prefestiva

Int:                Lanzani Michelino; Folletti Vittorio e Mezza Maria; Defunti Famiglia Giovanetti;
                       Fortini Giuseppe e Balestrieri Agostina, Pierino; Pastori Andrea, Mario, Angelo,
 
                     Giuseppina, Marta e Felicita

 

Domenica 22 aprile
IV di Pasqua (Domenica di Gesù Buon Pastore)
Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Ore 7:30          CAVENAGO: S. Messa

Int:                  Pro vivis (per tutti i volontari che hanno lavorato e pregato per la Fiera del Fiore).

Ore 9:15         a Cavenago: breve momento di Adorazione Eucaristica, in occasione della Giornata per le Vocazioni,
                        con i ragazzi della catechesi e suddivisione in gruppi.

Ore 10:30        CAVENAGO: S. Messa pro-populo.

Ore 18:00         Santa Messa

Int:                    Montoldi Francesca; Corrù Francesco.


NOTE, AVVISI, E ALTRO….

OFFERTE RICEVUTE

Pro Santuario: dalla vendita torte del Coro Arcobaleno 300 €; da don Mario Marielli 100 €; dal gruppo “mani d’oro” 200 €; da una Associazione 30 €;

Le buste pasquali allegate al bollettino parrocchiale erano (per le due parrocchie) 350:

  • Pro Parrocchia Cavenago: buste di Pasqua (n° 43) 1.025 €;
  • Pro Parrocchia Caviaga: buste di Pasqua (n° 8) 305 €; N.N. 5€;

Dalla Pesca di beneficienza: 2.451 €;

dai “Ricordi del Santuario”: 1.335 €

Dalla vendita delle uova: a Cavenago 433,07 €; a Caviaga 41 €

SPESE SOSTENUTE

Per il Santuario: abbiamo acquistato il cero pasquale, realizzato secondo le norme liturgiche 117 €;

 

PROSPETTIVE FUTURE

Ricordiamo che occorre intervenire sui tetti della chiesa di Caviaga (quello laterale destro) e quello della chiesa di Cavenago (l’intera copertura); sulla “casa del sacrestano” di Caviaga; occorrerà monitorare la situazione dell’impianto di riscaldamento del cinema di Cavenago.

Un GRAZIE, sincero e sentito a tutti coloro che si sono impegnati, in tutti i campi, affinché la Fiera del Fiore potesse svolgersi al meglio; una Santa Messa Pro-vivis per loro, sarà celebrata il 22 aprile.

Grazie ad un esercente di Cavenago che ha offerto i biscotti che sono stati venduti durante la Fiera del Fiore; grazie all’Azienda Agricola “Primavera” di Paolo Corrù (di Basiasco) per aver donato le uova vendute a Pasqua; grazie a coloro, privati ed esercenti di Cavenago, che hanno donato premi per la Lotteria della Pesca di beneficienza.

 

Cosa ti manca per essere felice?  
Simona Atzori, Cosa ti manca per essere felice

Perché ci identifichiamo sempre con quello che non abbiamo, invece di guardare quello che c'è?

Spesso i limiti non sono reali, i limiti sono solo negli occhi di chi ci guarda.

Dobbiamo fermarci in tempo, prima di diventare quello che gli altri si aspettano che siamo. È nostra responsabilità darci la forma che vogliamo, liberarci di un po' di scuse e diventare chi vogliamo essere, manipolare la nostra esistenza perché ci assomigli.

Non importa se hai le braccia o non le hai, se sei lunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedi o sei cieco o hai gli occhiali spessi così, se sei fragile o una roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità più inesplorate del cielo. La diversità è ovunque, è l'unica cosa che ci accomuna tutti. Tutti siamo diversi, e meno male, altrimenti vivremmo in un mondo di formiche. Non c'è nulla che non possa essere fatto, basta trovare il modo giusto per farlo.

Io tengo il microfono con i piedi, altri con le mani, altri ancora lo tengono sull'asta. Sta a noi trovare il modo giusto per noi. Io credo nella legge dell'attrazione: quello che dai ricevi. Se trasmetti amore, attenzione, serenità; se guardi alla vita con uno sguardo costruttivo; se scegli di essere attento agli altri e al loro benessere; se conservi le cose che ami e lasci scivolare via quelle negative, la vita ti sorriderà.

Se avessi avuto paura sarei andata all'indietro, invece che avanti. Se mi fossi preoccupata mi sarei bloccata, non mi sarei buttata, avrei immaginato foschi scenari e mi sarei ritirata. Invece ho immaginato. Adesso sono felice, smodatamente, spudoratamente felice. Ed è una gioia raccontarla, questa mia felicità.

 

Il Papa e la via alla santità. Il futuro è nell'inizio
Don Maurizio Gronchi (pontificia Università Urbaniana), in Avvenire, mercoledì 11 aprile 2018

Chi ha letto volentieri le prime due Esortazioni apostoliche di papa Francesco – Evangelii gaudium e Amoris laetitia – non faticherà a gustare la terza, che invita a rallegrarsi: Gaudete et exsultate. Perché ancora di gioia si tratta: quella che nasce dall’incontro con Gesù Cristo e con gli altri, nella semplice vita quotidiana, fatta di apparenti banalità. Ma proprio in questi frammenti di esistenza, e soprattutto nelle esistenze frantumate, si nasconde il seme della santità. Come il regno di Dio, che cresce lentamente ed è difficile accorgersene: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga» (Mc 426-28).

Queste parole di Gesù ci aiutano ad entrare nel mistero della santità: c’è un seme che matura e si sviluppa pian piano, per virtù propria, fino a diventare frutto. Certo, ha bisogno di essere coltivato, non soppresso, aiutato a realizzarsi in pienezza, ma il suo futuro è già nascosto nell’inizio. A ben guardare, in questa semplice parabola è segnato il cammino che ciascuno di noi è chiamato a fare: dal battesimo all’eucaristia, dal fonte battesimale all’eternità beata. Dunque, c’è una chiamata che sta dentro l’origine, non che interviene dopo, chissà quando. Per tale ragione la santità riguarda tutti. Questo, in sostanza, dice il primo capitolo dell’Esortazione.

Purtroppo talvolta ci siamo abituati a pensare la santità come frutto dello sforzo sovrumano di cui pochi sono capaci, e quasi nessuno ce la fa. Oppure come un destino riservato agli eletti, che si staccano dalla massa indistinta dei mediocri. A questi due estremi – la vetta raggiunta da eroi solitari e il premio dei predestinati – si rivolge il secondo capitolo della Esortazione, perché si tratta di nemici sottili, che si fanno credere amici. Quante volte abbiamo sentito il racconto delle virtù eroiche dei santi, della loro ammirabile ascesi, delle prove inaudite cui sono stati sottoposti. Come da un libro d’avventura, siamo stati attratti, appassionati, elevati. Sui banchi del seminario o nella cappella delle suore una volta non mancavano vite di santi, perché la spiritualità potrebbe trarre buon alimento da storie straordinarie. A qualcuno sarà sicuramente servito, ma ad altri forse no. Un po’ come accadde a sant’Ignazio di Loyola, quando leggeva i racconti cavallereschi: questi lo esaltavano, ma poi rimaneva desolato. Invece, leggendo il Vangelo, egli vi trovava consolazione. Questo brano, che troviamo nella liturgia delle ore della sua festa, è l’esempio più chiaro di cosa sia il discernimento degli spiriti.

C'è un modo di guardare alla santità – quello pelagiano – che sconsola, perché dopo tanta fatica si cade ancora, col rischio di disperarsi. Ce n’è un altro che desola ugualmente – quello gnostico – perché ci fa credere superiori per la conoscenza, e poi ci accorgiamo di non avere cuore e tenerezza per nessuno. Se papa Francesco se la prende con questi sottili nemici è proprio per proteggerci da due forme di ingenuità più che di cattiveria. Infatti, è il Nemico che ci fa credere che tutto dipende da noi o, al contrario, che tutto è già scritto. La conseguenza è che senza la verità della carne di Gesù e senza la tenerezza per la carne ferita del fratello non c’è santità, non c’è salvezza. Per questo ci salva Gesù morto e risorto, e si diventa santi in mezzo agli altri, anche quando uno stesse in cima a un monte, come un eremita. Senza carne e senza comunità non c’è né storia né eternità: perché in paradiso ci saremo anche col corpo e insieme a una moltitudine.

Anzi, scrive il Papa: «...con gli scarti di questa umanità vulnerabile, alla fine del tempo, il Signore plasmerà la sua ultima opera d’arte. Poiché 'che cosa resta, che cosa ha valore nella vita, quali ricchezze non svaniscono? Sicuramente due: il Signore e il prossimo. Queste due ricchezze non svaniscono!'» (Ge 61). Per approfondire la piena consonanza dottrinale e pastorale tra la chiamata alla santità e la visione della salvezza cristiana merita leggere la recente e breve Lettera Placuit Deo della Congregazione per la dottrina della fede. La strada per il cielo, dunque, attraversa la terra: infangata, sporca, accidentata. Lungo questi sentieri alcuni cadono a causa di altri, e altri aiutano i feriti a rialzarsi. Ecco le beatitudini – nel terzo capitolo – che non sono tutte dello stesso genere. Alcune hanno il sapore forte della prova: la povertà interiore e materiale, il pianto, la fame e sete di giustizia, la persecuzione e l’offesa. Altre hanno il gusto delicato della tenerezza: la mansuetudine, la purezza di cuore, la misericordia, la pace. Come per dire che ognuno, per la sua strada, è chiamato a essere il meglio di sé, quello che Dio ha pensato per lui o per lei, ma non da solo, mai da soli. Quando si ha la grazia di avvertire che il Vangelo è possibile in qualunque situazione ci troviamo, allora è bene sapere quali sono gli indicatori della via comune alla santità. Nel quarto capitolo troviamo i tratti essenziali, che specialmente oggi ci dicono che siamo sulla strada giusta: pazienza, umorismo, audacia, comunità, preghiera. Certo, non basta prendere alla lettera questi segnali per sentirsi a posto. Lottare, vigilare, discernere sono i tre verbi che – nel quinto capitolo – verificano lo stato di avanzamento del lavoro artigianale del discepolo di Gesù. L’immagine che viene fuori dalla lettura attenta e meditata della Esortazione potrebbe perciò assomigliare a quella detta all’inizio: un seme – quello della vita cristiana nella grazia – che, per giungere alla «misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4,13), ha bisogno di essere coltivato con pazienza e umiltà, nella certezza che «né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere» (1Cor 3,7).


 Fine del Bollettino Parrocchiale settimana dal 15 al 22 aprile 2018